sabato 16 novembre 2013

MATRIMONIO

Matrimonio

1. Documenti da produrre

DOCUMENTI ECCLESIASTICI
1. Certificato di Battesimo
2. Certificato di Cresima
3. Certificato contestuale di cittadinanza – residenza – stato civile (in carta semplice)
4. Certificato di morte del coniuge per le persone vedove
5. Dichiarazione dei genitori per i minori
6. Certificato di Stato Libero, quando è richiesto
7. Attestato di eseguite pubblicazioni in parrocchia
8. Attestato di eseguite pubblicazioni in altra parrocchia
9. Dispensa dalle pubbliche canoniche
10. Autorizzazione dell’Ordinario per ________
11. Dispensa dall’impedimento di ___________
12. Nulla osta dell’ufficiale dello stato civile
13. Comunicazione di avvenuta trascrizione al civile


DOCUMENTI CIVILI
Alla richiesta di pubblicazione civile, ciascuno dei nubendi deve allegare i seguenti documenti in carta bollata:
1. Estratto dell’atto di nascita
2. Certificato di residenza, cittadinanza e stato civile (anche cumulativo)
3. Se si tratta di vedovi, copia integrale dell’atto di morte del coniuge o, in caso di morte presunta, copia integrale dell’atto di matrimonio con l’annotazione della relativa sentenza;
4. Se si tratta di persona che è già stata civilmente sposata, copia integrale dell’atto di matrimonio con l’annotazione del provvedimento di nullità o di divorzio;
5. Se si tratta di straniero, dichiarazione dell’autorità competente del proprio paese da cui risulti che per il relativo ordinamento civile nulla osta al matrimonio (art. 97 Codice civile)  “L’atto della pubblicazione resta affisso alla porta della casa comunale per almeno otto giorni, comprendenti due domeniche successive” (art. 95 Codice civile).
2. Separati e divorziati
ORIENTAMENTO DELLA CHIESA (riportato dal Direttorio di Pastorale Familiare della C.E.I.)
1. Separati
Nella convinzione che il matrimonio comporta una convivenza duratura nel tempo e che la separazione, nei casi previsti dal codice di diritto canonico, deve essere considerata come estremo rimedio quando gravissime difficoltà impediscano di fatto la convivenza, sussiste l'impegno, da parte della comunità cristiana di farsi vicina ai coniugi separati con attenzione, discrezionalità, solidarietà.
I coniugi separati sono ammessi ai sacramenti; a suo modo, infatti, la loro situazione di vita è ancora proclamazione del valore dell'indissolubilità matrimoniale. Ovviamente, proprio la loro partecipazione ai sacramenti li impegni anche ad essere sinceramente pronti al perdono e disponibili a interrogarsi sulla opportunità o meno di riprendere la vita coniugale (cfr. La Pastorale dei divorziati risposati n. 43).
2. Divorziati non risposati
Nel caso dei divorziati non risposati, bisogna fare delle distinzioni:
a) Nei confronti di chi ha subito il divorzio, l'ha accettato o vi ha fatto ricorso costretto da gravi motivi, ma non si lascia coinvolgere in una nuova unione e si impegna nell'adempimento dei propri doveri familiari (assistenza ai figli), la comunità cristiana esprime piena stima e solidarietà.
Circa l'ammissione ai sacramenti non esistono di per sé ostacoli: "Se il divorzio civile rimane l'unico modo possibile di assicurare certi diritti legittimi, quali la cura dei figli o la tutela del patrimonio, può essere tollerato, senza che costituisca una colpa morale".
b) Il coniuge che è moralmente responsabile del divorzio, deve pentirsi sinceramente e riparare il male compiuto, deve considerarsi sinceramente legato davanti a Dio dal vincolo matrimoniale pur avendo ottenuto il divorzio civile «e ormai viva da separato per motivi moralmente validi, in specie per l'inopportunità od anche l'impossibilità di una ripresa della vita coniugale». In caso contrario non potrà ricevere l'assoluzione sacramentale né la comunione eucaristica.
3. Divorziati risposati
Si tratta di una situazione di vita in contrasto col Vangelo, che tuttavia esige un attento discernimento, nella certezza che i divorziati risposati sono e rimangono cristiani e membri del popolo di Dio e come tali non sono del tutto esclusi dalla comunione con la chiesa, anche se non sono nella pienezza della comunione ecclesiale. Di qui la necessità di realizzare forme di attenzione e vicinanza pastorale, senza porre gesti che non possono essere coerenti con la fede. È perciò vietato porre cerimonie di qualsiasi genere per i divorziati che si risposano, ma aiutandoli ed invitandoli a prendere parte attiva alla vita della chiesa. E' però impossibile che essi svolgano nella comunità cristiana servizi che esigono una pienezza di testimonianza cristiana (servizi liturgici, lettori, ministero catechista, ufficio di padrino nei sacramenti).
I divorziati risposati non possono essere ammessi ai sacramenti, in quanto il loro stato è in oggettiva contraddizione con l'indissolubile patto di amore tra Gesù e la chiesa, significato e attuato dall'Eucaristia.
Solo quando i divorziati risposati cessano di essere tali possono essere riammessi ai sacramenti. La Chiesa li ammette poi all'assoluzione sacramentale e all'Eucaristia se, sinceramente pentiti, si impegnano ad interrompere la loro reciproca vita sessuale e a trasformare il vincolo in amicizia, stima e aiuto vicendevoli. In questo caso possono ricevere l'assoluzione e ricevere l'Eucaristia in una chiesa dove non sono conosciuti per evitare lo scandalo.
4. Sposati civilmente
La situazione dei cattolici sposati solo civilmente è inaccettabile perché tra i cattolici l'unico matrimonio valido è quello sacramentale. Bisogna pertanto aiutarli a regolarizzare la propria situazione agendo con particolare prudenza pastorale, per cui «salvo il caso di necessità, coloro che hanno già contratto matrimonio civile non possono essere ammessi alla celebrazione del matrimonio canonico senza la licenza dell'ordinario del luogo». Poiché la loro vita non vuole essere e non è di fatto coerente con le esigenze del battesimo, sino a quando permangono in questa situazione di vita, i cattolici sposati solo civilmente non possono essere ammessi all'assoluzione sacramentale e alla comunione.
5. Conviventi
Occorre aiutarli a regolarizzare la situazione. Finché i conviventi permangono in questa situazione di vita non possono ricevere i sacramenti: mancano infatti di quella fondamentale conversione necessaria per ottenere la grazia del Signore.