Cresima
1. Progetto
celebrativo
2. Programma
rituale e attuazione celebrativa
3. Il
"prima" della celebrazione
4. Il
"dopo" della celebrazione
(da Regia delle Celebrazioni Liturgiche, sussidio per gli animatori,
Felice Ferrarsi, pp. 72-81) |
1. Progetto celebrativo
"Con il sacramento
della Confermazione i battezzati proseguono il cammino dell'iniziazione
cristiana. In forza di questo sacramento, essi ricevono l'effusione dello
Spirito Santo, che nel giorno di Pentecoste fu mandato dal Signore risorto
sugli Apostoli" (RC 1).
2. Programma rituale
e attuazione celebrativa
2.1 Gli uffici e i
ministeri
LA COMUNITÀ CRISTIANA
"Spetta al popolo di Dio, ed
è suo grande impegno, preparare i battezzati a ricevere il sacramento della
Confermazione" (RC 3). "È bene dare all'azione sacra un carattere
festivo e solenne, come lo esige l'importanza del suo significato per la Chiesa
locale: a questo carattere di solennità contribuirà specialmente una
celebrazione comune per tutti i cresimandi. E il popolo di Dio, rappresentato
dalle famiglie e dagli amici dei cresimandi e dai membri della comunità locale,
non solo accoglierà l'invito a partecipare alla celebrazione, ma darà prova
concreta della sua fede, dimostrando quali frutti abbia prodotto in esso lo
Spirito Santo" (RC4).
I GENITORI
"Spetta ai genitori
cristiani preoccuparsi della iniziazione dei loro figli alla vita sacramentale,
sia favorendo in essi la formazione e il progressivo sviluppo dello spirito di
fede, sia preparandoli ad accostarsi con frutto ai sacramenti della
Confermazione e dell'Eucaristia. La coscienza di questo dovere i genitori
l'esprimono anche con la loro attiva partecipazione alla celebrazione dei
sacramenti" (RC 3).
IL PADRINO
"Ogni cresimando abbia
normalmente il suo padrino. Il padrino dovrà accompagnare il figlioccio a
ricevere il sacramento, presentarlo al ministro della Confermazione per la
sacra unzione, e aiutarlo a osservare fedelmente le promesse del Battesimo,
corrispondendo all'azione dello Spirito Santo ricevuto in dono nel
sacramento" (RC 5). "Sia spiritualmente idoneo all'ufficio che assume
e abbia queste qualità: a) sia sufficientemente maturo per compiere il suo
ufficio; b) appartenga alla Chiesa cattolica e abbia ricevuto i tre sacramenti
dell'iniziazione cristiana; e) non abbia impedimenti giuridici per il
compimento del suo ufficio" (RC 6).
IL MINISTRO
"Ministro originario della
Confermazione è il vescovo. È lui che normalmente conferisce il sacramento,
perché più chiaro ne risulti il riferimento alla prima effusione dello Spirito
Santo nel giorno di Pentecoste.
Il fatto di ricevere lo Spirito
Santo attraverso il ministero del vescovo dimostra il più stretto legame che
unisce i cresimati alla Chiesa, e il mandato di dare tra gli uomini
testimonianza a Cristo" (RC 7).
2.2 La struttura del
rito
"La Confermazione si
conferisce normalmente durante la Messa, perché risalti l'intimo nesso di
questo sacramento con tutta l'iniziazione cristiana, che raggiunge il suo
culmine nella partecipazione conviviale al sacrificio del corpo e del sangue di
Cristo. Così i cresimati possono partecipare all'Eucaristia, che porta a
compimento la loro iniziazione cristiana" (RC 13).
"Grande importanza si deve dare alla celebrazione della
parola di Dio, dalla quale ha inizio il rito della Confermazione. Proviene
infatti dall'ascolto della parola di Dio l'azione multiforme dello Spirito
Santo nella Chiesa e in ogni battezzato o cresimato, e proprio per essa si
manifesta nella vita cristiana la volontà del Signore" (RC 13).
Dopo la proclamazione del Vangelo e prima dell'omelia, i
cresimandi sono presentati al vescovo dal parroco o da altro sacerdote, dal
diacono o dal catechista. La presentazione viene fatta chiamando per nome i
cresimandi che si dispongono in modo opportuno.
"Il vescovo tiene una breve omelia: riferendosi ai brani
letti e spiegandone il significato, egli conduce quasi per mano i cresimandi, i
loro padrini e i genitori e tutti i fedeli presenti, a una comprensione più
profonda del mistero della Confermazione" (RC 25).
Al posto del Credo, dopo l'omelia, vengono rinnovate le
"promesse battesimali": "in questo modo risulta evidente che la
Confermazione si colloca in successione al Battesimo" (CCC 1298).
Prima di imporre le mani il vescovo invita a pregare per i
cresimandi, perché Dio effonda il dono dello Spirito Santo. Tutti pregano in
silenzio per qualche tempo. Segue il gesto di "imposizione delle
mani" fatto dal vescovo e dai sacerdoti partecipanti. "Fin dai tempi
degli Apostoli, è il segno del dono dello Spirito. Spetta al vescovo invocare
l'effusione dello Spirito" (CCC 1299).
Si passa al rito essenziale: la "crismazione",
unzione con il crisma sulla fronte. Si fa con l'imposizione della mano e
mediante le parole: "Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato
in dono". Il cresimato risponde con la parola di assenso:
"Amen".
Il bacio della pace, espressione di comunione ecclesiale con
il vescovo e con tutti i cristiani, conclude il rito: "La pace sia con
te" e il vescovo da il segno di pace e il cresimato risponde: "E con
il tuo spirito".
Segue la preghiera universale o dei fedeli, usando il
formulario riportato nel "Rito della Confermazione" o seguendo altra
appropriata forma approvata.
2.3 Possibilità
celebrative
Per la celebrazione si preferisca
la Messa della comunità parrocchiale, se il numero dei cresimandi è contenuto,
diversamente si programmi altra Messa d'orario o in orario apposito.
Tenendo conto che l'assemblea può essere formata da parenti e
amici dei cresimandi, non appartenenti abitualmente alla comunità, va curato il
servizio di accoglienza: si indichino i posti riservati ai genitori e ai
padrini; si presenti un sussidio che faciliti la conoscenza e la partecipazione
al rito; si porga il benvenuto a coloro che provengono da altre parrocchie e se
ne favorisca l'inserimento cordiale nell'assemblea.
La Liturgia della Parola sia particolarmente preparata e si
svolga secondo le rubriche. Le letture siano prese tutte o in parte dalla Messa
del giorno o dai testi del Lezionario per il sacramento. La proclamazione sia
fatta dai lettori abituali o dai catechisti; non è opportuno che siano i
cresimandi a proclamare le letture, perché loro compito oggi è quello di essere
i primi ascoltatori della parola di Dio.
Per il rito della rinnovazione delle promesse battesimali, un
ministrante regge il libro Rituale al vescovo, ponendo attenzione a non
coprirne la persona.
Al momento della crismazione, i cresimandi sono accompagnati
davanti al vescovo per ricevere il sacramento dai loro padrini che pongono la
mano destra sulla loro spalla destra. Può essere il vescovo stesso che si
avvicina loro.
Prima del conferimento del sacramento, il padrino o il
cresimando stesso pronunciano il nome di battesimo, quale presentazione.
Un sacerdote, un diacono o un ministrante regge al vescovo il
vasetto del sacro Crisma per tutto il tempo del rito della crismazione, facendo
attenzione a non creare intralcio.
Durante la liturgia del sacramento, il canto e la musica
possono favorire la partecipazione di tutta la comunità, soprattutto alla
conclusione della rinnovazione delle promesse battesimali. Canto e musica anche
prima della "imposizione delle mani": durante la prevista pausa di
preghiera si può eseguire un canto di invocazione dello Spirito Santo. Al
momento della "crismazione", specialmente se i cresimandi sono molti,
si può eseguire un canto adatto a mantenere il clima di raccoglimento.
Alcuni cresimati possono unirsi a coloro che portano le
offerte all'altare. Si può usare un prefazio proprio o dello Spirito
Santo I e II o della Confermazione secondo la nuova edizione del Messale. Nelle
preghiere eucaristiche è previsto l'inserimento di una particolare
intercessione a favore dei cresimati chiamati, anche qui singolarmente, per
nome.
Venga valorizzata, con una idonea monizione, la preghiera del
Padre nostro, oggi recitata o cantata dai cresimati con tutta l'assemblea con
maggior verità, perché è lo Spirito che fa loro gridare: "Abbà, Padre".
I cresimati e secondo l'opportunità i loro padrini, genitori,
catechisti, possono ricevere la comunione sotto le due specie, rito che
significa, anche sul piano simbolico, la piena partecipazione all'Eucaristia,
quindi alla vita e alla sorte del Signore Gesù, di cui bevono al calice.
Per i riti di conclusione, il libro rituale riporta la "Benedizione
solenne" oppure, a scelta, l'"Orazione sul popolo".
Tenuto conto dei partecipanti a questa celebrazione, del
movimento prodotto dai cresimati e dai loro congiunti per le foto ricordo, è
opportuno che l'assemblea si sciolga con l'esecuzione di brani musicali,
piuttosto che con canti corali.
L'esercizio della presidenza dell'assemblea fatta dal vescovo
comporta l'utilizzo delle insegne proprie del ministero episcopale: mitra e
pastorale. Bisogna quindi prevedere il servizio di due ministranti al seguito
del vescovo, pronti a presentargli le insegne.
Il vescovo usa la mitra: alla processione di ingresso;
durante la proclamazione della prima e della seconda lettura; durante l'omelia;
alla celebrazione del rito della crismazione; per impartire la benedizione
solenne; per recarsi a deporre le vesti liturgiche.
Il pastorale viene usato: alla processione di ingresso;
durante la proclamazione del Vangelo; nel corso del rito della crismazione;
alla benedizione solenne; uscendo di chiesa.
Al termine del rito della crismazione, il vescovo si lava le
mani usando qualche spicchio di limone sgrassante e l'acqua che gli è versata
da una brocca. Un manutergio sarà pronto per asciugargliele. Questo servizio
sarà predisposto dai ministranti che si terranno pronti per il momento in cui
finisce il rito dell'unzione.
3.
Il "prima" della celebrazione
3.1 Prepararsi
È pastoralmente consigliabile
presentare i cresimandi alla comunità durante la Messa domenicale, qualche
tempo prima della data fissata per la celebrazione. In questo modo si coinvolge
la comunità a prepararsi nella preghiera alla prossima celebrazione,
richiamandola all'impegno di testimone e di sostegno della fede comune.
Il gruppo liturgico può rendersi disponibile per incontri di
preghiera, celebrazioni della parola di Dio e momenti di spiritualità
incentrati sulla liturgia del sacramento, sui segni a favore dei cresimandi,
dei padrini, dei genitori e in collaborazione con i catechisti.
È necessario un incontro preparatorio alla celebrazione
liturgica con i cresimandi e i padrini per una prova del rito, mentre con i
genitori è opportuno concordare le modalità delle riprese video e fotografiche
fatte da persone amiche o da parenti perché vi siano presenze equilibrate,
discrete, non invadenti.
Agli stessi operatori presenti, siano essi professionisti o
dilettanti, va ricordato come non sia opportuno effettuare riprese ai
cresimandi e ai gruppi familiari, durante la Liturgia della Parola e la
Liturgia Eucaristica, per non distogliere la loro attenzione dall'ascolto e
dalla partecipazione viva.
Non sarà stonato sottolineare l'inopportunità di esteriorità
e di esibizioni: il rito non è una festa mondana, ma un momento celebrativo
della fede. Si dia, invece, valore autentico e significato concreto alla
"processione offertoriale", invitando le famiglie e i cresimandi a portare
veri doni, in natura e in denaro, per i fratelli in necessità, essendo questo
un modo corretto di condividere la propria gioia con gli altri.
3.2 Preparare
·
Abiti liturgici.
Se il sacramento è amministrato durante la Messa, le vesti liturgiche del ministro
che presiede sono le stesse della celebrazione eucaristica. Il colore della
casula è il rosso o il bianco, a meno che non prevalga il colore dei tempi
liturgici dell'Avvento e della Quaresima. Qualora il rito avvenisse senza la
Messa, si usa il piviale. Gli altri ministri indossano le vesti proprie,
secondo la funzione che svolgono.
·
Vasetto con il sacro Crisma.
Verificare se è portato dal vescovo perché, in caso contrario, bisogna
utilizzare quello custodito in parrocchia. Curare la sua presentazione formale
e il suo aspetto decoroso, la sua collocazione ben evidente nell'ambito della
celebrazione, sottolineata con ceri e fiori.
·
Il libro rituale.
Per la celebrazione del sacramento è utilizzato il "Rito della
Confermazione".
·
Il necessario per la Messa.
Vale a dire: ampolline, calice, pisside, messale, turibolo e incenso, ceri,
croce astile.
·
Il "lavabo".
Terminata la crismazione dei cresimati, il vescovo dovrà lavarsi e asciugarsi
le mani, impiegando alcuni spicchi di limone: serve l'acqua contenuta in una
brocca, il vassoio atto a raccoglierla e un asciugamano.
·
Sussidi. I testi delle preghiere, acclamazioni,
versetti e formule che spettano all'assemblea celebrante; il libro dei canti
per una partecipazione piena e attiva.
Accoglienza del vescovo. Il vescovo viene abitualmente
accolto sulla porta della chiesa dal parroco, dai ministri e ministranti. Gli
viene presentata l'acqua benedetta per aspergere se stesso e l'assemblea, poi
si avvia la processione fino al luogo dove indossa gli abiti liturgici: la sacrestia
o altro luogo idoneo. Non è bene che le vesti liturgiche siano poste
sull'altare.
4.
Il "dopo" della celebrazione
Per l'invocazione del dono dello Spirito Santo, il cresimato
condivide la missione della Chiesa: testimone della fede pasquale e pentecostale
nel mondo, che l'intera comunità dei credenti in Cristo è chiamata a custodire
e testimoniare.
L'annuncio e la testimonianza libera, coraggiosa e fedele, di
fronte al mondo e alla storia, spettano a tutte le membra della Chiesa che è,
per sua natura, missionaria ed evangelizzatrice.
La vita quotidiana dei cristiani, animata dalla speranza
suscitata dalla presenza dello Spirito ricevuto in dono nel sacramento della
Confermazione e condotta nelle realtà temporali, è il momento in cui il
cresimato ha la capacità di assumere precise responsabilità, in ordine ai
problemi sociali, professionali, familiari, pubblici, senza delegarle ad altri,
ma facendo presenti le sue istanze con libertà e coraggio.
Senza cadere nell'integralismo ottuso o nel disimpegno
sociale, evitando di ridurre la testimonianza cristiana a un fatto intimo,
strettamente individuale, il cristiano svolge la sua funzione profetica di
denuncia, di richiamo, di apertura, di solidarietà, quale membro attivo della
comunità cristiana e di corresponsabile della vita ecclesiale e delle sue
molteplici attività. Egli è testimone offrendo e sperimentando nella comunità
una fraternità stabile, dei rapporti vicendevoli e in comunione con il medesimo
e unico Spirito che è animatore e forgiatore di tutta la comunità. Per questo
la Chiesa continua a "ripetere" il sacramento della Confermazione nei
secoli e vi insiste anche oggi, così che lo Spirito che da la vita pungoli gli
uomini ad assumere e a rendere visibile nella loro vita la risurrezione del Cristo
che si incarna in loro per mezzo dello Spirito Santo, chiamandoli ad
annunciare, celebrare, testimoniare la storia della salvezza.