sabato 16 novembre 2013

CRESIMA

Cresima
1. Progetto celebrativo
2. Programma rituale e attuazione celebrativa
3. Il "prima" della celebrazione
4. Il "dopo" della celebrazione
(da Regia delle Celebrazioni Liturgiche, sussidio per gli animatori,
 Felice Ferrarsi, pp. 72-81)
1. Progetto celebrativo
"Con il sacramento della Confermazione i battezzati proseguono il cammino dell'iniziazione cristiana. In forza di questo sacramento, essi ricevono l'effusione dello Spirito Santo, che nel giorno di Pentecoste fu mandato dal Signore risorto sugli Apostoli" (RC 1).

2. Programma rituale e attuazione celebrativa
2.1 Gli uffici e i ministeri
LA COMUNITÀ CRISTIANA
"Spetta al popolo di Dio, ed è suo grande impegno, preparare i battezzati a ricevere il sacramento della Confermazione" (RC 3). "È bene dare all'azione sacra un carattere festivo e solenne, come lo esige l'importanza del suo significato per la Chiesa locale: a questo carattere di solennità contribuirà specialmente una celebrazione comune per tutti i cresimandi. E il popolo di Dio, rappresentato dalle famiglie e dagli amici dei cresimandi e dai membri della comunità locale, non solo accoglierà l'invito a partecipare alla celebrazione, ma darà prova concreta della sua fede, dimostrando quali frutti abbia prodotto in esso lo Spirito Santo" (RC4).
I GENITORI
"Spetta ai genitori cristiani preoccuparsi della iniziazione dei loro figli alla vita sacramentale, sia favorendo in essi la formazione e il progressivo sviluppo dello spirito di fede, sia preparandoli ad accostarsi con frutto ai sacramenti della Confermazione e dell'Eucaristia. La coscienza di questo dovere i genitori l'esprimono anche con la loro attiva partecipazione alla celebrazione dei sacramenti" (RC 3).
IL PADRINO
"Ogni cresimando abbia normalmente il suo padrino. Il padrino dovrà accompagnare il figlioccio a ricevere il sacramento, presentarlo al ministro della Confermazione per la sacra unzione, e aiutarlo a osservare fedelmente le promesse del Battesimo, corrispondendo all'azione dello Spirito Santo ricevuto in dono nel sacramento" (RC 5). "Sia spiritualmente idoneo all'ufficio che assume e abbia queste qualità: a) sia sufficientemente maturo per compiere il suo ufficio; b) appartenga alla Chiesa cattolica e abbia ricevuto i tre sacramenti dell'iniziazione cristiana; e) non abbia impedimenti giuridici per il compimento del suo ufficio" (RC 6).
IL MINISTRO
"Ministro originario della Confermazione è il vescovo. È lui che normalmente conferisce il sacramento, perché più chiaro ne risulti il riferimento alla prima effusione dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste.
Il fatto di ricevere lo Spirito Santo attraverso il ministero del vescovo dimostra il più stretto legame che unisce i cresimati alla Chiesa, e il mandato di dare tra gli uomini testimonianza a Cristo" (RC 7).
2.2 La struttura del rito
"La Confermazione si conferisce normalmente durante la Messa, perché risalti l'intimo nesso di questo sacramento con tutta l'iniziazione cristiana, che raggiunge il suo culmine nella partecipazione conviviale al sacrificio del corpo e del sangue di Cristo. Così i cresimati possono partecipare all'Eucaristia, che porta a compimento la loro iniziazione cristiana" (RC 13).
"Grande importanza si deve dare alla celebrazione della parola di Dio, dalla quale ha inizio il rito della Confermazione. Proviene infatti dall'ascolto della parola di Dio l'azione multiforme dello Spirito Santo nella Chiesa e in ogni battezzato o cresimato, e proprio per essa si manifesta nella vita cristiana la volontà del Signore" (RC 13).
Dopo la proclamazione del Vangelo e prima dell'omelia, i cresimandi sono presentati al vescovo dal parroco o da altro sacerdote, dal diacono o dal catechista. La presentazione viene fatta chiamando per nome i cresimandi che si dispongono in modo opportuno.
"Il vescovo tiene una breve omelia: riferendosi ai brani letti e spiegandone il significato, egli conduce quasi per mano i cresimandi, i loro padrini e i genitori e tutti i fedeli presenti, a una comprensione più profonda del mistero della Confermazione" (RC 25).
Al posto del Credo, dopo l'omelia, vengono rinnovate le "promesse battesimali": "in questo modo risulta evidente che la Confermazione si colloca in successione al Battesimo" (CCC 1298).
Prima di imporre le mani il vescovo invita a pregare per i cresimandi, perché Dio effonda il dono dello Spirito Santo. Tutti pregano in silenzio per qualche tempo. Segue il gesto di "imposizione delle mani" fatto dal vescovo e dai sacerdoti partecipanti. "Fin dai tempi degli Apostoli, è il segno del dono dello Spirito. Spetta al vescovo invocare l'effusione dello Spirito" (CCC 1299).
Si passa al rito essenziale: la "crismazione", unzione con il crisma sulla fronte. Si fa con l'imposizione della mano e mediante le parole: "Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono". Il cresimato risponde con la parola di assenso: "Amen".
Il bacio della pace, espressione di comunione ecclesiale con il vescovo e con tutti i cristiani, conclude il rito: "La pace sia con te" e il vescovo da il segno di pace e il cresimato risponde: "E con il tuo spirito".
Segue la preghiera universale o dei fedeli, usando il formulario riportato nel "Rito della Confermazione" o seguendo altra appropriata forma approvata.
2.3 Possibilità celebrative
Per la celebrazione si preferisca la Messa della comunità parrocchiale, se il numero dei cresimandi è contenuto, diversamente si programmi altra Messa d'orario o in orario apposito.
Tenendo conto che l'assemblea può essere formata da parenti e amici dei cresimandi, non appartenenti abitualmente alla comunità, va curato il servizio di accoglienza: si indichino i posti riservati ai genitori e ai padrini; si presenti un sussidio che faciliti la conoscenza e la partecipazione al rito; si porga il benvenuto a coloro che provengono da altre parrocchie e se ne favorisca l'inserimento cordiale nell'assemblea.
La Liturgia della Parola sia particolarmente preparata e si svolga secondo le rubriche. Le letture siano prese tutte o in parte dalla Messa del giorno o dai testi del Lezionario per il sacramento. La proclamazione sia fatta dai lettori abituali o dai catechisti; non è opportuno che siano i cresimandi a proclamare le letture, perché loro compito oggi è quello di essere i primi ascoltatori della parola di Dio.
Per il rito della rinnovazione delle promesse battesimali, un ministrante regge il libro Rituale al vescovo, ponendo attenzione a non coprirne la persona.
Al momento della crismazione, i cresimandi sono accompagnati davanti al vescovo per ricevere il sacramento dai loro padrini che pongono la mano destra sulla loro spalla destra. Può essere il vescovo stesso che si avvicina loro.
Prima del conferimento del sacramento, il padrino o il cresimando stesso pronunciano il nome di battesimo, quale presentazione.
Un sacerdote, un diacono o un ministrante regge al vescovo il vasetto del sacro Crisma per tutto il tempo del rito della crismazione, facendo attenzione a non creare intralcio.
Durante la liturgia del sacramento, il canto e la musica possono favorire la partecipazione di tutta la comunità, soprattutto alla conclusione della rinnovazione delle promesse battesimali. Canto e musica anche prima della "imposizione delle mani": durante la prevista pausa di preghiera si può eseguire un canto di invocazione dello Spirito Santo. Al momento della "crismazione", specialmente se i cresimandi sono molti, si può eseguire un canto adatto a mantenere il clima di raccoglimento.
Alcuni cresimati possono unirsi a coloro che portano le offerte all'altare. Si può usare un prefazio proprio o dello Spirito Santo I e II o della Confermazione secondo la nuova edizione del Messale. Nelle preghiere eucaristiche è previsto l'inserimento di una particolare intercessione a favore dei cresimati chiamati, anche qui singolarmente, per nome.
Venga valorizzata, con una idonea monizione, la preghiera del Padre nostro, oggi recitata o cantata dai cresimati con tutta l'assemblea con maggior verità, perché è lo Spirito che fa loro gridare: "Abbà, Padre".
I cresimati e secondo l'opportunità i loro padrini, genitori, catechisti, possono ricevere la comunione sotto le due specie, rito che significa, anche sul piano simbolico, la piena partecipazione all'Eucaristia, quindi alla vita e alla sorte del Signore Gesù, di cui bevono al calice.
Per i riti di conclusione, il libro rituale riporta la "Benedizione solenne" oppure, a scelta, l'"Orazione sul popolo".
Tenuto conto dei partecipanti a questa celebrazione, del movimento prodotto dai cresimati e dai loro congiunti per le foto ricordo, è opportuno che l'assemblea si sciolga con l'esecuzione di brani musicali, piuttosto che con canti corali.
L'esercizio della presidenza dell'assemblea fatta dal vescovo comporta l'utilizzo delle insegne proprie del ministero episcopale: mitra e pastorale. Bisogna quindi prevedere il servizio di due ministranti al seguito del vescovo, pronti a presentargli le insegne.
Il vescovo usa la mitra: alla processione di ingresso; durante la proclamazione della prima e della seconda lettura; durante l'omelia; alla celebrazione del rito della crismazione; per impartire la benedizione solenne; per recarsi a deporre le vesti liturgiche.
Il pastorale viene usato: alla processione di ingresso; durante la proclamazione del Vangelo; nel corso del rito della crismazione; alla benedizione solenne; uscendo di chiesa.
Al termine del rito della crismazione, il vescovo si lava le mani usando qualche spicchio di limone sgrassante e l'acqua che gli è versata da una brocca. Un manutergio sarà pronto per asciugargliele. Questo servizio sarà predisposto dai ministranti che si terranno pronti per il momento in cui finisce il rito dell'unzione.
3. Il "prima" della celebrazione
3.1 Prepararsi
È pastoralmente consigliabile presentare i cresimandi alla comunità durante la Messa domenicale, qualche tempo prima della data fissata per la celebrazione. In questo modo si coinvolge la comunità a prepararsi nella preghiera alla prossima celebrazione, richiamandola all'impegno di testimone e di sostegno della fede comune.
Il gruppo liturgico può rendersi disponibile per incontri di preghiera, celebrazioni della parola di Dio e momenti di spiritualità incentrati sulla liturgia del sacramento, sui segni a favore dei cresimandi, dei padrini, dei genitori e in collaborazione con i catechisti.
È necessario un incontro preparatorio alla celebrazione liturgica con i cresimandi e i padrini per una prova del rito, mentre con i genitori è opportuno concordare le modalità delle riprese video e fotografiche fatte da persone amiche o da parenti perché vi siano presenze equilibrate, discrete, non invadenti.
Agli stessi operatori presenti, siano essi professionisti o dilettanti, va ricordato come non sia opportuno effettuare riprese ai cresimandi e ai gruppi familiari, durante la Liturgia della Parola e la Liturgia Eucaristica, per non distogliere la loro attenzione dall'ascolto e dalla partecipazione viva.
Non sarà stonato sottolineare l'inopportunità di esteriorità e di esibizioni: il rito non è una festa mondana, ma un momento celebrativo della fede. Si dia, invece, valore autentico e significato concreto alla "processione offertoriale", invitando le famiglie e i cresimandi a portare veri doni, in natura e in denaro, per i fratelli in necessità, essendo questo un modo corretto di condividere la propria gioia con gli altri.
3.2 Preparare
·         Abiti liturgici. Se il sacramento è amministrato durante la Messa, le vesti liturgiche del ministro che presiede sono le stesse della celebrazione eucaristica. Il colore della casula è il rosso o il bianco, a meno che non prevalga il colore dei tempi liturgici dell'Avvento e della Quaresima. Qualora il rito avvenisse senza la Messa, si usa il piviale. Gli altri ministri indossano le vesti proprie, secondo la funzione che svolgono.
·         Vasetto con il sacro Crisma. Verificare se è portato dal vescovo perché, in caso contrario, bisogna utilizzare quello custodito in parrocchia. Curare la sua presentazione formale e il suo aspetto decoroso, la sua collocazione ben evidente nell'ambito della celebrazione, sottolineata con ceri e fiori.
·         Il libro rituale. Per la celebrazione del sacramento è utilizzato il "Rito della Confermazione".
·         Il necessario per la Messa. Vale a dire: ampolline, calice, pisside, messale, turibolo e incenso, ceri, croce astile.
·         Il "lavabo". Terminata la crismazione dei cresimati, il vescovo dovrà lavarsi e asciugarsi le mani, impiegando alcuni spicchi di limone: serve l'acqua contenuta in una brocca, il vassoio atto a raccoglierla e un asciugamano.
·          Sussidi. I testi delle preghiere, acclamazioni, versetti e formule che spettano all'assemblea celebrante; il libro dei canti per una partecipazione piena e attiva.
Accoglienza del vescovo. Il vescovo viene abitualmente accolto sulla porta della chiesa dal parroco, dai ministri e ministranti. Gli viene presentata l'acqua benedetta per aspergere se stesso e l'assemblea, poi si avvia la processione fino al luogo dove indossa gli abiti liturgici: la sacrestia o altro luogo idoneo. Non è bene che le vesti liturgiche siano poste sull'altare.
4. Il "dopo" della celebrazione
Per l'invocazione del dono dello Spirito Santo, il cresimato condivide la missione della Chiesa: testimone della fede pasquale e pentecostale nel mondo, che l'intera comunità dei credenti in Cristo è chiamata a custodire e testimoniare.
L'annuncio e la testimonianza libera, coraggiosa e fedele, di fronte al mondo e alla storia, spettano a tutte le membra della Chiesa che è, per sua natura, missionaria ed evangelizzatrice.
La vita quotidiana dei cristiani, animata dalla speranza suscitata dalla presenza dello Spirito ricevuto in dono nel sacramento della Confermazione e condotta nelle realtà temporali, è il momento in cui il cresimato ha la capacità di assumere precise responsabilità, in ordine ai problemi sociali, professionali, familiari, pubblici, senza delegarle ad altri, ma facendo presenti le sue istanze con libertà e coraggio.

Senza cadere nell'integralismo ottuso o nel disimpegno sociale, evitando di ridurre la testimonianza cristiana a un fatto intimo, strettamente individuale, il cristiano svolge la sua funzione profetica di denuncia, di richiamo, di apertura, di solidarietà, quale membro attivo della comunità cristiana e di corresponsabile della vita ecclesiale e delle sue molteplici attività. Egli è testimone offrendo e sperimentando nella comunità una fraternità stabile, dei rapporti vicendevoli e in comunione con il medesimo e unico Spirito che è animatore e forgiatore di tutta la comunità. Per questo la Chiesa continua a "ripetere" il sacramento della Confermazione nei secoli e vi insiste anche oggi, così che lo Spirito che da la vita pungoli gli uomini ad assumere e a rendere visibile nella loro vita la risurrezione del Cristo che si incarna in loro per mezzo dello Spirito Santo, chiamandoli ad annunciare, celebrare, testimoniare la storia della salvezza.